Cosa (non) regalare ad una donna in gravidanza

Ho sempre saputo di essere rimasta fregata nel momento in cui sono nata due giorni dopo Natale. E se da bambina tutto questo si tramutava nella totale assenza del regalo di Natale o, peggio ancora, nella assurda credenza che i regali di Natale e di compleanno venissero uniti per dar luogo ad un regalo PIÙ GRANDE – panzane! quest’anno in particolare vivo la triplice fregatura di compiere gli anni due giorni dopo Natale, nello stesso mese di Santa Lucia e…di essere nell’ultimo trimestre di gravidanza.

E così persone che mai mi avevano fatto un regalo per Santa Lucia e/o per Natale mi portano regali per Giuditta dicendo “Ti ho preso un pensiero per Santa Lucia/Natale!”.

Dallo Zanichelli:

Ti: pronome personale di seconda persona singolare, a te.

Ecco a te, non a Giuditta.
Scusa ma di scarpe porto il 39 non il 18. E sì, è vero che al pandoro e al panettone non so resistere, ma non credo di essere così mal messa da aver bisogno del bavaglino. Grazie eh…bellissimo!

Temo fortemente il giorno del mio compleanno. Ho il terrore del giorno del mio compleanno.

Nonostante sappia con certezza che mamma e M. siano due persone dotate di senno e buon senso, temo il resto del mondo.

Da qui l’impellente necessità di scrivere questo post: cosa regalare e cosa NON regalare ad una donna in dolce attesa.

Ovvero come non far evolvere in gastrite l’acidità di stomaco che già di per sé caratterizza buona parte di quei 9 mesi.

Distinguiamo innanzitutto due fasi: i primi mesi della gravidanza e l’avvicinarsi della nascita.

Nei primi mesi, quando ancora la futura madre non ha realizzato cosa succederà di lì a poco, e si guarda bene dal farlo per non farsi venire l’angoscia, evitate di sommergerla di tutine e vestitini. Non regalatele 10 bavaglini. Per favore. Non fatelo. E nemmeno le scarpine fatte a maglia. Perché ne riceverà 10 paia che non toglierà mai dalla scatola.

E neanche una pianta, di grazia, a meno che non sia una patita di giardinaggio. 9 su 10 non sarà immune alla toxoplasmosi e “rumare” nei vasi di terra non è proprio quello che si consiglia in questi casi.
State andando a trovare la futura madre, che probabilmente sarà già sufficientemente complessata per la scomparsa del suo punto vita e l’aumento di peso, la ritenzione idrica e quant’altro. Siate magnanimi. Se proprio non resistete all’idea di un regalo portate un pensierino lei, una crema elasticizzante, un buono per un massaggio, una pedicure, una piega dal parrucchiere, un cabaret di paste. C’è solo l’imbarazzo della scelta: se volete fare un pensiero alla gestante, ricordatevi che è una donna. E non un neonato. Grazie.

Quando invece il termine della gravidanza si avvicina e volete assolutamente fare un regalo al nascituro, siate intelligenti e chiedete. Domandate. Interpellate.
Chiedete se esista una lista nascita, se ci sia bisogno di qualcosa in particolare. Lasciate perdere l’effetto sorpresa. Se vi dicono che nella taglia 1-3 mesi hanno già un guardaroba adatto a vestire due gemelli, credeteci. Non pensate che “Cosa sarà mai un’altra tutina?”. Sarà una tutina a cui non verrà nemmeno tolta l’etichetta e sarà regalata ad altri alla prima buona occasione.

Nel dubbio, regalate pannolini, buoni spesa nei negozi specializzati per bambini. Tutto ciò che serve ai neonati costa una follia, meglio spendere soldi in modo intelligente. Non lanciatevi in improbabili calcoli sulle taglie dei vestiti e della stagione, o in lenzuola ricamate da lavare a mano in acqua fredda. E ancora non portate fiori, piante, vegetali di ogni specie. Nemmeno in ospedale. Vi pare che nei primi mesi di vita del nascituro, il primo pensiero di una madre sia quello di cambiare l’acqua al vaso di peonie? Non credo.

Un panino con il salame sarà molto più gradito.