Prosecco, I love you

Estate, caldo, forse parlare di vino non è proprio la cosa migliore…però per un buon aperitivo in compagnia un bicchiere di Prosecco non è niente male. Più leggero del classico spritz e spesso anche più buono.

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Parliamo quindi di Prosecco per continuare il nostro tour all’interno nella rubrica “In vino veritas”.

Il Prosecco rientra certamente tra i vini che prediligo, ma raramente lo consumo fuori casa…a meno di determinati locali in cui so si serva un signor Prosecco. Uno dei pochi è Signorvino. Segnatevelo.

Avrete certamente letto nella pagina About me che M. è originario proprio dei luoghi in cui si produce Prosecco DOCG e questo ha contribuito a farmelo conoscere in modo più approfondito.

Cos’è il Prosecco? A base di uva glera, 100% per le DOCG, al limite all’85% per le DOC, è un vino spumante che viene prodotto con il cosiddetto metodo Martinotti-Charmat, diverso dal metodo Classico con cui si producono gli altri spumanti.

In cosa consiste il metodo Martinotti: per farla breve, entrambe le fermentazioni caratteristiche del Prosecco avvengono in autoclavi in acciaio, dove per la seconda fermentazione si aggiungono zuccheri per permettere la formazione di anidride carbonica e quindi delle bollicine. A seconda del tenore di zuccheri residuo nel prodotto finale si distingueranno più versioni:

  • Extra Brut (minore concentrazione di zuccheri),
  • Brut,
  • Extra Dry,
  • Dry,
  • Sec,
  • Demi Sec (maggior concentrazione di zuccheri).

Io personalmente preferisco le versioni Brut – Extra Dry, che sono anche quelle più diffuse e tradizionali per un Prosecco DOCG.

Ma cosa distingue un Prosecco DOC, da un DOCG o da un Superiore Cartizze?
Il luogo di produzione. Il Prosecco DOC può essere prodotto in tutto il Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), mentre il Prosecco DOCG può essere prodotto solo nell’area di Conegliano – Valdobbiadene, nel Trevigiano. La versione Superiore Cartizze prende ovviamente il nome dal luogo di produzione, cioè Cartizze, un’area di 106 ettari in una frazione di Valdobbiadene.

Sul mercato potrete trovare molte altre indicazioni, come Millesimato che significa che il vino è prodotto con uve di un solo raccolto e non con miscele di più annate. È quindi considerato più pregiato, oltre al fatto che spesso un millesimato segue un affinamento in autoclave più lungo, circa 3 mesi invece dei 30 giorni. Ormai la produzione di Prosecco ha raggiunto livelli talmente elevati che quasi tutti i vini in commercio sono millesimati. Il costo di una buona bottiglia di Prosecco? Mediamente tra i 5-10 euro…

Veniamo alla parte interessante, quella dove si assaggia…cosa contraddistingue un Prosecco? Sicuramente il colore, giallo paglierino, molto chiaro, un perlage molto fine e persistente e un sapore fresco, fiorito che diventa più fruttato man mano che si sale sulla scala del livello zuccherino. Ecco che un Prosecco Dry potrà essere più fruttato di un Prosecco Brut, e sarà quindi più adatto ad accompagnare dolci, primi piatti; mentre un Brut o Extra Dry sarà più indicato per piatti di pesce, carni bianche e aperitivi.

Per carità senza aggiungere Aperol.

Le mie etichette preferite? Eccole:

  • Crode di Az. Agr. Adami Pier Francesco, Valdobbiadene (che in realtà è uno Spumante Dry)
  • Superiore Extra Dry Millesimato di Toffoli, Refrontolo
  • …ma anche lo Spumante Extra Dry “Maria” sempre di Toffoli.

Difficilmente li troverete nella grande distribuzione, ma se capitate in quelle zone vi consiglio di fare scorta…
Oppure, di più facile reperibilità, Adami, da Signorvino che ormai si sta diffondendo in molte città.

Anche questo breve itinerario enologico si è concluso, cin-cin!
A presto!