Impariamo a viaggiare!

Questo è un post un po’ polemico quindi se non siete di buonumore passate oltre…è polemico ma mai maleducato.

Nasce dopo aver sentito troppe persone lamentarsi inutilmente per piccoli o grandi imprevisti, disguidi&co. durante un viaggio, gente che invidia chi viaggia e la critica per il solo gusto di farlo…

hawaii

Le frasi che hanno costituito il germe di questo post sono, tra le altre:

  1. Viaggiare costa troppo
  2. Non ha senso andare in capo al mondo quando alcune cose si possono vedere anche vicino a casa o nella variante basta guardare i film o i documentari per vedere altri posti
  3. Dove vuoi che vada con un bambino? Devo sempre portare un sacco di bagagli, il lettino, il seggiolone, la baby sitter…
  4. Ho fatto ore e ore di fila, c’era troppa gente
  5. Si fa fatica a trovare del cibo commestibile (=italiano) in quei paesi.

E qui ci starebbe un bel lampo con tuono annesso. BADABAM!

Prima di iniziare chiariamo che con il termine “viaggio” e/o “viaggiare” intendo visitare posti diversi da quelli che vediamo tutti i giorni. Quindi tutto quello che scriverò si potrà applicare a “il tour della Colombia in 20 giorni” come a “una gita fuori porta alla Cascata delle Marmore”. Andiamo per punti:

ilovetravel

Viaggiare costa troppo

Viaggiare costa, è vero. Non costa troppo, costa tanto quanto lo vuoi far costare. Viaggi diversi avranno costi diversi, non sto dicendo che con gli stessi soldi di una settimana a Bibione si può fare il giro del mondo, ma si può fare la settimana a Bibione superlusso o la settimana a Bibione economica, il giro del mondo economico o il giro del mondo superlusso. Ognuno sa cosa può permettersi e si organizza di conseguenza. Esistono alcuni trucchetti, banali, come informarsi, prenotare per tempo, cercare le offerte migliori, mangiare cibo locale e limitare i souvenirs. Negli ultimi anni è stato tutto un fiorire di compagnie aeree low cost, car sharing, tariffe scontate per chi prenota prima…ingegnamoci.

Non ha senso andare in capo al mondo quando alcune cose si possono vedere anche vicino a casa

Odio questa affermazione. Non la posso sentire, mi fa ribollire il sangue, i capelli diventano crespi e si sbecca lo smalto (le rare volte in cui ce l’ho). Io sono la prima a dire che alcune spiagge in Italia fanno concorrenza alle isole caraibiche, ma mai e poi mai e poi mai (ad libitum sfumando), insomma MAI, mi sognerei di dire una cosa del genere. Ogni luogo è unico,  anche se alcuni anfratti dell’Asinara assomigliano alle spiagge di Creta, anche se i paesi dell’est europa hanno architetture molto simili tra loro, anche se le metropoli possono assomigliarsi un po’. Dì piuttosto che non ti piace viaggiare o che non hai voglia. Non criticare chi si può permettere/vuole vedere altri posti nel mondo. E poi i documentari a me fanno solo venire voglia di vedere quei luoghi dal vivo!

mare

Dove vuoi che vada con un bambino?

Ovunque. Insegnamo ai bambini a scoprire ciò che è diverso, stimoliamo la loro curiosità, aiutiamoli a crescere con una mente aperta. I bambini non sono delle zavorre. E non hanno neanche bisogno di tutto quello che di solito gli portiamo dietro.
Mi aspetto il commento “facile per te parlare, cosa ne sai?”.
Certo, viaggiare in coppia o da soli è più pratico che farlo con dei bambini. Ci possono essere bambini più o meno abituati a viaggiare, più o meno adattabili ma conosco persone che con figli piccoli hanno fatto traversate oceaniche e viaggi bellissimi. Ricordo viaggi di famiglia nelle capitali europee con mia sorella piccola (che doveva far passare il pupazzo sotto lo scanner dei controlli di sicurezza) e non mi è mai sembrata una tragedia (o sbaglio mamma?). Non serve andare in Indonesia…ma non si può nemmeno chiuderli in casa perché senza quel gioco/quel letto/la baby sitter non si può uscire.

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Ho fatto ore e ore di fila, c’era troppa gente

Questo mi è capitato di sentirlo soprattutto in occasione di Expo o di altre mostre. Anche qui vale sempre il fattore organizzazione. In certi posti si sa che c’è coda. Al Louvre c’è coda, agli Uffizi c’è coda…a Gardaland c’è coda. Cerchiamo se esistono dei pass, delle file prioritarie per chi ha bambini piccoli o per gli anziani, se si può prenotare l’ingresso, se con qualche abbonamento ci sono file dedicate. E poi portiamo un po’ di pazienza. La coda è snervante, ma stare in coda e sentire gente che si lamenta in continuazione lo è ancor di più. Con i bambini inventate dei giochi, per esempio dire a turno un animale che inizia con una data lettera dell’alfabeto a partire dalla A fino alla Z (esiste il copyright della mia famiglia su questo gioco!)

Si fa fatica a trovare del cibo commestibile (=italiano) in quei paesi.

Vedere gente che in Egitto va a mangiare la pizza mi fa cascare le braccia, così come sentire gente che sostiene quanto sia costoso mangiare in Thailandia perché non ci sono tanti ristoranti italiani. Visitare un paese significa anche conoscerne la cultura e quindi il cibo. Può non piacerci, ma almeno proviamoci…è possibile resistere una settimana senza spaghetti e senza pizza? (E lo dice una che vivrebbe di spaghetti e pizza). La cultura di un popolo è soprattutto nel cibo. Noi italiani lo sappiamo bene…però siamo strani, a casa mangiamo giapponese/cinese, all’estero mangiamo pizza.

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Capisco che non tutti possano essere entusiasti quanto me quando si tratta di fare un viaggio, ognuno ha le sue passioni. Ciò che non mi piace affatto è sentire persone invidiose che criticano chi viaggia, chi spende/investe i suoi soldi in un viaggio, chi ama trascorrere le vacanze ogni anno in un posto diverso. Non serve trovare sempre delle scuse, basta ammettere che viaggiare non rientra tra i propri interessi.

Oh là! Adesso va meglio…Potrei scrivere una guida universale all’organizzazione di un viaggio…che ne dite?

A presto!

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